Ciò che possiamo licenziare

domenica 15 gennaio 2012

Bossi-Maroni: sfida (semiseria) tra Titani

Già a guardare Bossi e Maroni quando sono vicini si capisce che di serio c'è veramente poco.
Uno, nonostante gli anni e la pettinatura che sembra phonata da un elefante dalla cattiva digestione, ha l'aria del guascone pataccaro di periferia l'altro invece ha le movenze e le caratteristiche del pigliamosche di palude.
Il pigliamosche di palude appartiene al regno Animalia, al phylum Chordata, alla classe Aves, all'ordine Passeriformes, alla famiglia Muscicapidae, in altre parole è un passero canterino.
L'uccello in questione ha dimensioni medio piccole, guarda il caso, i maschi hanno piumaggio colorato spesso rossiccio, e anche qui ci andiamo vicini, inoltre sono ottimi uccelli canori e qui siamo all'apoteosi del nostro, che per quasi trent'anni non ha fatto altro che cantare e ricantare le canzoni scritte dal guascone. Anche le più sguaiate. Sopratutto le più sguaiate.

Il guascone ha delle fisse tutte sue a partire da quelle che hanno a che fare con la trivialità sessista e quindi ha inventato la teoria del celodurismo, passando attraverso le corna del varietà, e poi in età senile esercitarsi al turpiloquio e quindi ai gestacci e ai rutti. Mancano le flatulenze ma senz'altro ci sta studiando. Ama i calambour, in modo inconsapevole ovviamente infatti è presumibile che neanche conosca il significato della parola, e quindi si diletta con la teoria del nomen omen e dunque giustamente mettendo in fila tutte le sue fissazioni, si sceglie un delfino dall'emblematico nome di maroni. Ohibò.
E il pigliamosche di palude, sempre lì, a bocca aperta a cantare e ricantare e ad ingoiare mosche, che a occhio e croce non dev'essere proprio un bel mangiare visto quello di cui queste son ghiotte.
E così Roberto Maroni, il pigliamosche di palude si ribella. Ogni tanto.
Oddio non è che quella di questi giorni sia la prima volta.
L'aveva già fatto nel 1994 quando voleva, contro l'idea del guascone, a tutti i costi rimanere con Berlusconi e infatti dichiarava "Senza Forza Italia si perderebbe la centralita' del polo liberaldemocratico, non si puo' fare un governo che non abbia anche il loro sostegno, si tradirebbero gli elettori” (1) E già allora pensava che il guascone celodurista dovesse lasciar campo libero ai Maroni togliendosi, per l'appunto, dai suddetti.

I pigliamosche di palude sono sì dei mangiatori di mosche ma non brillano certo per decisionismo e coraggio e quindi anche allora il nostro iniziò a impratichirsi in quella che sarebbe stata una delle sue attività preferite: il lancio del penultimatum. Con grande goduria dei giornalisti che poterono felicemente divertirsi con le sue prese di posizione.
Infatti mentre si avviava quel primo tentativo di defenestrazione di Bossi e mentre Luigi Negri e tutti gli altri maroniani decidevano di uscire dalla Lega Gianna Fragonara poteva ironizzare scrivendo:  Roberto Maroni, l' ultimo dei maroniani, che fa?”  Nulla è la risposta. Nulla naturalmente.
Dopo aver fomentato la rivolta e la scissione decise infatti di restare. E le mosche ripresero a soffrire .
E i suoi penultimatum continuarono a fioccare ma poi si squagliavano come neve al sole della magica frase: “Bossi è il capo. Quello che lui decide va bene.” E intanto giù ad acchiappare mosche.
In questi giorni pare che la storia si ripeta.

Questa volta è il guascone celodurista Bossi che vuole rimanere con Berlusconi mentre il pigliamosche Maroni vuole mani libere e  ritornare alle origini della Lega.
E per far questo si è scoperto una nuova vocazione: quella per la legalità. Lui proprio lui che ha votato a favore di Milanese e, la prima volta, anche per Cosentino e che è stato favorevole a tutte le forme di processo che facessero comodo a poer nano Berlusconi e via discorrendo.
Forse bisognerebbe spiegargli che “rifarsi una verginità” è una frase retorica e che quando è persa è persa per sempre. Chiedere conferma all'esperto celodurista.
E' di ieri il divieto sancito dal guarscone ai comizi del pigliamosche.

Maroni risponde che si sente di vomitare. Già ma non si è sentito di vomitare per quanto successo a Stefano Cucchi o per i migranti finiti annegati nel canale di Sicilia o per il fallimento di CrediEuronord (la banca della Lega) e i suoi 2.700 soci che hanno perso tutto o per le quote latte o per i doppi incarichi o per … 
Quanto sarebbe lungo l'elenco delle cose fatte o non fatte per cui il pigliamosche avrebbe potuto vomitare con più merito.
Comunque, come volevasi dimostrare, tutto è rientrato tra il guascone Bossi e il pigliamosche di palude Maroni che dichiara “abbiamo chiarito tutto”. (3)
E la sfida, sempre meno seria, tra questi due titani continua. Che noia. 

PS. i Titani, informati in tempo reale da qualche servizio straniero di questo mio pezzo, mi hanno diffidato dall'accostarli al guascone ed al pigliamosche di palude. Per il futuro. Per questa volta anche noi abbiamo chiarito e me la fanno passare liscia. Grazie Titani.

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(1) Corsera 28-12-1994, “ La Lega vuole il governo del presidente”, di Gianna Fregonara
(2) Corsera 18 -01-1995 “ I dissidenti della Lega pronti ad andar via”
(3) www.corriere.it 14 gennaio 2012 - Lega, Bossi “nessun veto a Maroni”. L'ex ministro “Abbiamo chiarito”





1 commento:

  1. meno male, Bossi ha chiamato Maroni al telefono ed ha revocato il divieto di comizio!la legge del penultimatum vale nei due sensi di marcia, da Roberto ad Umberto e viceversa...
    Gina

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